Le origini
Esistono varie leggende sulla nascita di Bologna, alcuni attribuiscono la sua fondazione all’umbro Ocno, messo in fuga dall’Umbria dall’etrusco Auleste, che fondò un villaggio dove ora sorge Bologna, e successivamente ancora scacciato dagli etruschi. Un’altra storia parla di Felsino, discendente di un altro Ocno (ma etrusco, detto anche Bianore, lo stesso leggendario fondatore di Pianoro, Parma e Mantova, di cui parla anche Virgilio), che diede il nome alla città successivamente cambiato dal figlio Bono in Bononia. Forse c’è qualcosa di vero in tutte queste leggende ma la più affascinante è sicuramente quella che narra del re etrusco Fero: proveniente da Ravenna e approdato nella pianura tra i torrenti Aposa e Ravone, Fero e gli uomini al seguito cominciarono a costruire capanne in quella terra sconosciuta ma fitta di vegetazione e in un’ottima posizione geografica. Il villaggio si ampliò attorno a un torrente (l’Aposa che oggi scorre ancora nei sotterranei di Bologna) ed un giorno, per collegare le due sponde all’altezza dell’attuale via Farini nei pressi di Piazza Minghetti, Fero fece costruire un ponte, Ponte di Fero (talvolta erroneamente ricordato come ponte di ferro, situato probabilmente nell’odierna via Farini all’altezza di piazza Calderini). Un giorno però Aposa, amante di Fero, venne travolta da una piena del fiume mentre stava raggiungendo l’abitazione di Fero per vie nascoste e il suo corpo non fu più ritrovato. Da allora il torrente prese il nome della donna, Aposa.
Il villaggio crebbe e Fero decise di proteggerlo con una cinta muraria e, benché anziano, lavorò lui stesso alla costruzione. Durante il lavoro, in una caldissima giornata estiva la figlia di Fero porse al padre un recipiente d’acqua a patto che Fero desse il suo nome alla città. Fero acconsentì e mantenne la promessa; da quel momento la città prese il nome della figlia, Felsina.
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